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Pupella Maggio

Pupella Maggio

Pupella Maggio, il cui nome d’origine è Giustina Maggio, fu attrice, ballerina, cantante ma anche operaia nelle acciaierie di Terni tra il ’43 e ’44.
Il suo destino di attrice fu stabilito sin da piccola quando al Teatro Orfeo fu portata in palcoscenico per rappresentare “Una Pupa movibile” di Eduardo Scarpetta, per questo fu chiamata Pupella.
Raggiunse l’apice del suo successo con Eduardo De Filippo che le aprì una splendente carriera artistica: capace di cantare, ballare e recitare si affiancò ad attori del calibro di Ugo D’Alessio, Totò e Taranto.

Biografia:

Pupella Maggio nacque il 24 aprile 1910 in una famiglia di artisti molto numerosa.  Il padre era un attore teatrale e la madre un’attrice e cantante.

La sua carriera artistica cominciò proprio nella compagnia teatrale itinerante del padre insieme ai suoi sei fratelli attori: Icario, Rosalia, Dante, Beniamino, Enzo e Margherita. Pupella, abbandonò la scuola dopo aver frequentato la seconda elementare, recitava, ballava e cantava in coppia con il fratello più piccolo Beniamimo.

Stanca della vita errante dell’attrice, negli anni ’40, in seguito alla morte dei suoi genitori, trovò un impiego come modista a Roma, ma fu costretta ad andar via poiché nascose nella sua casa degli ebrei. Lavorò successivamente in un’acciaieria di Terni, dove si occupò dell’organizzazione degli spettacoli del Dopolavoro.

Ma la passione per il teatro fu più forte di ogni cosa e dopo un periodo in cui lavorò nella rivista della sorella Rosalia insieme a Totò, Nino Taranto e Ugo D’Alessio, incontrò Eduardo De Filippo. Nel 1954  Pupella Maggio cominciò a recitare nella compagnia Scarpettiana con cui Eduardo mette in scena i testi del padre Eduardo Scarpetta.

La consacrazione di Pupella come attrice avviene dopo la morte di Titina De Filippo, quando Eduardo le diede la possibilità di interpretare Filumena Maturano. Per Edoardo interpretò  “donna Rosa Priore” in “Sabato, domenica e lunedì”, ruolo che le valse tre premi: Maschera D’Oro, San Genesio e Nettuno. Interpretò poi la famosissima Concetta di “Natale in casa Cupiello”. Recitò ne “L’Arialda” di Giovanni Testori per la regia di Luchino Visconti. Da questo momento in poi l’attrice intervallò il teatro con il cinema. Recitò, infatti, ne “La Ciociara” di Vittorio De Sica, “Le quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, “Sperduti nel buio” di Camillo Mastrocinque, “La Bibbia” di John Huston nel ruolo della moglie di Noè, “Il medico della mutua” di Luigi Zampa al fianco di Alberto Sordi, “Armarcord” di Federico Fellini nel ruolo della madre del protagonista, “Nuovo cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, “Sabato Domenica e Lunedì” di Lina Wertmuller, “Fate come noi” di Francesco Apolloni.

A teatro recitò, diretta da Giuseppe Patroni Griffi, in “Napoli notte e giorni” e in “In memoria di una signora amica” al fianco del regista napoletano Francesco Rosi. Dal 1979 iniziò anche il suo sodalizio teatrale con Tonino Calenda per il quale recitò ne “La madre” di Bertolt Brecht tratto dal romanzo di Massimo Gor’kij, “Aspettando Godot” di Samuel Beckett nel ruolo di Lucky e a fianco di Mario Scaccia e in “Questa sera…Amleto”.  risarcimento

All’età di ottantacinque anni, ha presentato l’ altra sera il suo libro “Poca luce in tanto spazio”.

Come ricordiamo Pupella Maggio:

A lei è stata dedicata una strada di Roma.

Nel 2010, l’associazione Campania Felix, in collaborazione con l’ Università di Roma,Sapienza, ha commemorato Pupella Maggio nel centenario della nascita 1910-2010.

Ha detto:

“A due anni mi portarono in scena dentro uno scatolone legata proprio come una bambola perché non scivolassi fuori. E così il mio destino fu segnato. Da “Pupatella” attraverso la poupée francese, divenni per tutti “Pupella” nel teatro e nella vita.”


“Ho lasciato con serenità, con sincero distacco, senza crisi. Restando amica del teatro(…) niente nostalgia. Ho dato e ho ricevuto.”


“Napoli è donna e femmina. Le femmine per me sono delle mamme e tutte le donne di Napoli sono dentro mamme.”


Hanno detto di Pupella Maggio:

L’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi emise un comunicato che recitava così: “Non è  stata solo la più grande attrice napoletana del ‘900, ma una protagonista della storia teatrale italiana che resta legata anche al suo nome”.


Giuseppe Patroni Griffi: “Pupella era attrice “moderna”, antinaturalista, astratta. Nemmeno lei sapeva quant’era brava. Pupella era grande ma non era buona. Anzi, diciamo pure che era perfida. Forse non sta bene, ma questa e’ la verita’ . E a lei, nemica dei sentimentalismi, la verita’ piaceva.”


Luca De Filippo: “Come una zia “Pupella e’ stata un pezzo lunghissimo della mia vita. In un certo senso era quasi una parente. Cosi’ , al dolore artistico per la scomparsa di un’ attrice di inestimabile valore, si aggiunge il dolore personale per la perdita di una persona che mi era cara.


Massimo Ranieri: “Avevo 25 anni, da lei mi sentivo protetto. Per me fu una maestra.”


L’allora sindaco di Napoli: Antonio Bassolino: “Con Pupella Maggio scompare la più grande attrice napoletana di questo secolo. A Pupella molti di noi hanno voluto molto bene. Alla sua memoria dedicheremo il museo dell’ attore napoletano, in piazza Municipio.”


Marina Gonfalone: “Per il suo carisma, solo Pupella poteva tener testa a Eduardo e prendersi impensabili liberta’ mentre noi attori giovani tremavamo. Da lei, dalle sue improvvisazioni, il maestro attinse anche in fase di scrittura: il personaggio della madre in “Natale in casa Cupiello” l’ aveva “inventato” lei.”


Riferimenti e approfondimenti

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