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Eirene Sbriziolo

Eirene Sbriziolo

Figura centrale della storia urbanistica del secondo dopoguerra Eirene Sbriziolo è stata una indiscussa protagonista del dibattito culturale e politico in Campania.

Per il suo curriculum imponente sul versante tecnico e politico fu per molti anni funzionario del Genio Civile e Presidente dell’ordine degli architetti della Campania e del Molise.

Apparentemente mite, ma estremamente tenace nel perseguimento degli intenti, le furono sempre riconosciute conoscenze, capacità tecniche, passione politica e abilità amministrativa.

Impegnata nella difesa della sua città e del Mezzogiorno fu parlamentare Pci negli anni ’70, consigliere regionale campana con il Pds dal ’90 al ’95, assessore regionale all’urbanistica e, infine, assessore provinciale ad Avellino.

Biografia:

Eirene Sbriziolo nacque ad Udine il 15 febbraio 1924, seconda figlia dell’ingegnere Alfredo Sbriziolo, che fu capo del Genio Civile in varie città, tra cui Napoli.

Si laureò in Architettura a 23 anni nel 1947 e divenne giovanissima libero docente in Pianificazione Territoriale.

Dal 1956 al 1972 fu responsabile dell’Ufficio Studi di Pianificazione territoriale per Campania e Molise del Genio Civile, dimostrando particolari abilità dirigenziali. In un contesto e momento storico in cui le donne  architetto erano poche e ancor meno quelle riuscivano a raggiungere elevati livelli di carriera, riuscì a conquistare il rispetto con autorevolezza e competenza.

Dal 1971 al ’73 ricoprì la carica di presidente dell’Ordine degli Architetti che all’epoca comprendeva le sezioni di Campania, Abruzzo,Molise, Basilicata, Calabria. la fermezza combattiva come quando rivoluzionò un Ordine degli architetti accademico proiettandolo nelle battaglie civili e riuscendo a bloccare la demolizione del Teatro Mercadante

Dal 1972 al 1979 fu eletta deputato del Pci per due legislature. In quel periodo la politica urbanistica italiana era gestita centralmente dal Ministero dei lavori pubblici, che poi demandava alle proprie strutture decentrate i procedimenti istruttori e la pianificazione territoriale. Le spettò, così compito di mediare tra uffici ministeriali economici e urbanistici nel processo di riassetto dell’intero territorio campano. Gli anni ’70, caldissimi per i conflitti politici e culturali, furono caratterizzati, infatti, da riforme modernizzatrici nel campo delle politiche del territorio, ma nello stesso tempo da trasformazioni territoriali, che lasciavano ampio spazio a rendite parassitarie e concessione di licenze edilizie discrezionali.

Dal 1980 al ’90 fu presidente dell’Istituto nazionale di Urbanistica sezione Campana, anni in cui fu particolarmente impegnata per la Ricostruzione dopo il terremoto del 23 novembre ’80.

Negli anni ’90 fu consigliere regionale,  assessore all’urbanistica nella giunta di centro-sinistra presieduta da Giovanni Grasso, assessore provinciale ad Avellino nel 1998. Con decreto del presidente Napolitano, fu stata nominata Cavaliere del Lavoro.

Fu sempre impegnata politicamente nella difesa e valorizzazione del mezzogiorno e nella modernizzazione del suo paese. Si batté per rendere la città più eguale in ogni sua parte, coniugando progettazione urbanistica e giustizia sociale, proponendo case a basso costo per gli operai e i lavoratori, servizi e attrezzature innovative, un sostegno alle imprese per creare posti di lavoro con la fornitura di apposite aree infrastrutturale.

L’impegno per la rivincita del mondo del lavoro fu perseguita anche a livello associazionistico, quando con il marito, Ezio De Felice, rinomato restauratore e museografo, si fece promotrice di un particolare movimento culturale dedicato alle arti artigiane. Per anni si dedicarono alla raccolta di prodotti e utensili dell’ artigianato, per rivitalizzare la memoria dei mestieri manuali, considerati emarginati dalla storia delle arti “colte” e dai musei.

Sempre assieme al marito e grazie alla disponibilità della giunta Bassolino ebbero in dotazione, il Teatrino di  Palazzo Donn’Anna, un locale di 350 metri in condizioni fatiscenti ma che divenne «antro alchemico», studio di architettura e sede della Fondazione che porta i loro cognomi.

Il Teatrino divenne, nel tempo, luogo di incontri culturali, scuola di restauro, ma anche uno spazio in cui accumulare manifesti politici, “riggiole” dipinte a mano, oggetti in tartaruga e i più diversi utensili, ma solo come punto di smistamento finché non trovasse la giusta collocazione nel museo adatto, come La Floridiana o Villa Pignatelli, ma anche il Museo Mineralogico Discepolo a Vico Equense o della Civiltà Contadina a Paestum.

L’impegno politico di Eirene non ha mai conosciuto sosta. Mantenne una stretta collaborazione con la Fondazione Mezzogiorno-Europa, alla cui rivista ha costantemente collaborato scrivendo soprattutto sui temi dell’area metropolitana.

Pochi mesi prima di compire 89 anni, nonostante un male che l’affliggeva da tempo, fu promotrice della passeggiata «Rinascimento a Forcella» e  di un convegno nel gran salone di Palazzo Donn’Anna, in cui lei aveva annunciato il proposito di promuovere una originale formula di conoscenza della città con i linguaggi di un architetto e di uno scrittore.

Si spense, invece, poco dopo, nella notte a cavallo fra gennaio e febbraio.

Ha detto:

Alla nostra periferia non serve qualche albero in più, c’è bisogno di un nuovo impegno per immaginare una geografia urbana che possa ritessere quei legami materiali e immateriali con la città e gli altri centri dell’area napoletana che si sono consunti…

Articolo “Per una dimensione più vasta di Napoli”


Ci mancherà una grande donna che si è sempre battuta per il Mezzogiorno e a difesa della sua città… indiscussa protagonista del dibattito culturale e politico.

Nota congiunta dei segretari regionale e provinciale PD Enzo Amendola  e Gino Cimmino


Animata da una straordinaria giovinezza di propositi, stava pianificando gli altri incontri dopo quello su Forcella, per far nascere nel Teatrino di Palazzo Donn’Anna un centro di elaborazione di idee sulla città».

Italo Ferraro, pochi giorni la sua scomparsa


In un giorno di sole mi invitò ad andarmene per mare su una delle loro canoe conservate nel sotterraneo-spiaggia di Donn’Anna. Al ritorno, Roberto Fedele mi disse che si era molto divertita dal balcone a vedermi remare nel loro mare, mi accolse con gioia, sembrava una bambina… è questo il ricordo di lei che porterò nel cuore.

Silvio Perrella


Hanno detto di Eirene Sbriziolo:


Riferimenti e approfondimenti

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